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Mosè Mondonico

Patologia Femoro-Rotulea


ANATOMIA FUNZIONALE

A 135° di flessione, la rotula contatta il femore in corrispondenza del proprio polo superiore. In questa posizione la rotula appoggia al di sotto del solco inter-condiloideo

A 90° di flessione, la porzione di contatto della rotula inizia a migrare verso il suo polo inferiore

Tra i 90 ° ed i 60° di flessione la rotula è normalmente ingaggiata all’interno del solco inter-condiloideo del femore. In questo range, l’area di contatto tra femore e rotula è maggiore. Tuttavia, il contatto massimo tra le superfici non supera mai 1/3 della superficie totale della faccia posteriore della rotula

A ginocchio flesso a 20-30° il punto di contatto primario della rotula migra a livello del suo polo inferiore. A livello di questo angolo, la rotula perde gran parte del suo ingaggio meccanico con il solco inter-condiloideo.

La sindrome femoro-rotulea è costituita da un insieme di alterazioni morfofunzionali che determinano l'insorgenza di una gonalgia anteriore perirotulea. Da un punto di vista eziopatologico le alterazioni che si possono ritrovare alla base della sindrome femoro-rotulea, sono essenzialmente riconducibili ad un malallineamento, oppure ad una displasia della rotula e/o della troclea femorale.

(Fig. 1) E' un particolare quadro patologico che coinvolge l’articolazione compresa tra l’epifisi distale del femore e la rotula. Generalmente i soggetti che sono affetti dalla sindrome femoro rotulea accusano dolore nella zona antero-laterale del ginocchio.

Durante i movimenti di flesso-estensione del ginocchio, avviene un movimento di scivolamento tra le superfici articolari della rotula ed il solco inter-condiloideo del femore.

Durante il movimento della tibia rispetto al femore, la rotula scivola rispetto al solco intercondiloideo, relativamente fisso, del femore.

A causa dell’inserzione ossea del tendine rotuleo sulla tuberosità tibiale, la rotula segue la direzione della tibia durante la flessione del ginocchio.

Durante il movimento del femore rispetto alla tibia (es. durante lo squat), il solco inter-condiloideo del femore scivola rispetto alla rotula relativamente fissa.

La rotula è tenuta in posizione primariamente dalle sue connessioni con la tibia attraverso il tendine rotuleo.

La sindrome femoro-rotulea è costituita da un insieme di alterazioni morfofunzionali che determinano l'insorgenza di una gonalgia anteriore perirotulea. Da un punto di vista eziopatologico le alterazioni che si possono ritrovare alla base della sindrome femoro-rotulea, sono essenzialmente riconducibili ad un malallineamento, oppure ad una displasia della rotula e/o della troclea femorale.

CAUSE DELL'IPERPRESSIONE ROTULEA

Le maggiori cause sono da ricercarsi in disturbi anatomici come un estremo valgismo del ginocchio oppure una rotazione della tibia sul femore.

Oltre il 30% dei soggetti che si presentano con un dolore generico al ginocchio soffrono di Sindrome Femoro Rotulea. Si evince che quindi che la patologia ha una forte frequenza, soprattutto in età intermedia (30-50 anni).

Colpisce maggiormente le Donne e alcune categorie di sportivi come i corridori (runner) e coloro che praticano sport in cui è richiesto un salto o ripetute flessioni del ginocchio.

Nello specifico:

  • Intrarotazione del femore oppure extrarotazione della tibia

  • Aplasia dei condili femorali (particolare conformazione anatomica per cui uno o entrambi i condili femorali hanno una forma non “corretta” e in tale condizione può verificarsi anche una lussazione della rotula sul femore

  • Forma della rotula

  • Ipotonotrofia di uno dei quattro capi del quadricipite (generalmente si riscontra uno squilibrio del vasto mediale rispetto al vasto laterale)

  • Retrazione della bendelletta Ileo-Tibiale, del Bicipite Femorale o del Legamento Alare esterno

PROTOCOLLO OPERATIVO

Gli elementi caratteristici di un programma di recupero rivolto alle patologie rotulee prevede queste caratteristiche:

•Potenziamento selettivo VMO

•Potenziamento del compartimento interno della coscia

•Potenziamento degli extrarotatori dell’anca

•Propriocezione

•Elettrostimolazione

•Adattamento indotto

•Flessibilità del compartimento laterale della coscia, release miofasciale

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